2003
SCO-IBM: l'opinione di Linus Torvalds
Traduzione di un'intervista a Linus Torvalds sul caso SCO-IBM
Nel Luglio di quest'anno, in un'intervista sul Mercury News, Linus Torvalds ha espresso il suo punto di vista riguardo la azione legale del gruppo SCO nei confronti dell'IBM.
Si sofferma sulle origini di Linux, sulle strategie di lavoro adottate dai diversi gruppi che lo implementano, chiarisce la sua posizione riguardo possibili "tentazioni commerciali".
Il corso degli eventi rende attuale quell'intervista (la SCO ha citato in giudizioTorvalds e Stallman)
Domanda: La SCO ha accusato l'IBM di aver illegalmente fornito codice UNIX a Linux, pensa che tale episodio riveli una qualche vulnerabilità del movimento open source?

Torvalds: Non propriamente. Il software open source è facilmente interpretabile, ciò significa che è semplicissimo capire quando qualcosa non va come dovrebbe. Penso che il punto centrale della questione sia, in virtù della trasparenza che il software open source possiede, il fatto che nessuno può avere facili pretese sulla proprietà intellettuale.
Faccio un esempio: se qualcuno ha intenzione di rubare un'automobile lo fa sotto la luce del sole mentre qualcun'altro gli gironzola attorno?
O forse preferisce farlo nel cuore della notte affinchè nessuno possa vederlo?
Con l'open source c'è "tanta luce", tante persone che seguono i codici, nessuno può rubare un bel niente.

Domanda: Qualcuno ha insinuato che le origini di Linux sono poco chiare.

Torvalds: C'è stato tanto "chiasso" a riguardo ma le cose stanno proprio nella maniera opposta. Sono le asserzioni della SCO ad essere fumose ed imprecise.
Con il codice di Linux ognuno può vedere come è sviluppato, ognuno può sapere chi ha scritto qualsiasi patch e quando essa è stata inserita nel codice, tutto avviene sotto gli occhi di tutti.

Domanda: Tali illazioni facevano riferimento alla prima creazione di Linux.

Torvalds: Non hanno ugualmente ragione d'esistere. Forse alcune tappe dello sviluppo di Linux possono essere difficili da ricostruire ma, paragonato ad altri progetti Linux è di gran lunga il sistema operativo più documentato e limpido. Abbiamo addirittura archiviato ciò che per anni è stato su mailing lists pubbliche.

Domanda: Che dire dello sviluppo di Unix? E' difficile da ricostruire?

Torvalds: C'è stata una disputa legale tra la AT&T e Berkeley. La prima ha accusato la seconda di aver infranto il Copyright poichè la versione della Berkeley di Unix fu rilasciata da questa pubblicamente secondo una licenza aperta.
Ci sono voluti un paio d'anni per chiarire che non fu la Berkeley a rubare all' AT&T ma che fu proprio la AT&T a rubare alla Berkeley.
Purtroppo non c'è stato giudice che abbia dichiarato questo ufficialmente, ma la comunità è venuta a conoscenza chiara del fatto che la Berkeley non ha fatto nulla di scorretto.
Ciò che ora sta tentando di fare la SCO è utilizzare quello stesso codice, del quale è stata chiarita la "genetica", applicandolo a qualcosa che non ha minimamente a che fare con esso.

Domanda: Può parlare brevemente, per i lettori che non conoscono lo svilupppo di Linux, di come esso si sia sviluppato da Unix?

Torvalds: La prima versione fu scritta da me. Per circa sei mesi sono stato l'unica persona che ci ha lavorato. Soltanto dopo un anno qualcuno ha decsio di collaborare con me. Ma tutto è stato codice originale fin dal primo giorno.

Domanda: Il gruppo SCO ha affermato che lei non ha avuto nessun rispetto per la proprietà intellettuale. Come risponde a questo?

Torvalds: Questo è normale se si cerca di capovolgere, nelle cause legali, la verità dei fatti. Ciò che mi ha profondamente irritato è l'aver reso il tutto una vera e propria questione personale. Si sono messi addirittura a mostrare le mie emails alla comunità Linux alla stampa. Hanno definito il mio contegno "arrogante" appigliandosi a un'email nella quale scherzavo con la comunità stessa. Se non riescono a distinguere il tono scherzoso dalle cose serie il problema è loro, non mio. Fortunatamente la maggior parte dei giornalisti ha mostrato di possedere senso dell'umorismo, hanno perciò sorvolato.

Domanda: La sorprende il fatto che Linux sia una piccola pedina nella battaglia in corso tra le grandi compagnie come la Microsoft e l'IBM?

Torvalds: No. Non ne sono affattatto sorpreso. Come non sono sorpreso di come, considerata la grande quantità di danaro implicato, fiocchino le cause legali.
Non c'è quindi nulla di strano. Dal mio canto comunque il mio lavoro open source è il risultato di interessi tecnici, la programmazione in se e per se, non sono certo interessato alle possibilità commerciali.
Comunque si vedano le cose la "pedina Linux" non è semplice da catturare, questo spero sia ben chiaro.

Domanda: Cosa le sta a cuore quindi?

Torvalds: Mi sta ancora a cuore la tecnologia e la comunità. Ma sto ben attento che nessuno copi su Linux codice sul quale esiste il Copyright, sarei davvero furioso se ciò accadesse. Ma, in tutta onestà, non m'importa un fico secco della disputa SCO-IBM, il problema anche in questo caso non è mio.

Domanda: Riguardo la licenza Microsoft-SCO pensa fosse necessaria? Reputa strano quel temporeggiare?

Torvalds: Non è per niente chiaro su cosa abbiano emesso una licenza. Molta gente è convinta che il tutto sia una scelta tattica: il nemico del mio nemico è un mio amico.

Domanda: E' preoccupato riguardo chi vincerà la causa? Pensa che l'esito possa danneggiare Linux creando difficoltà per l'adozione da parte degli utenti e delle imprese dello stesso?

Torvalds: Ciò che più mi preoccupa ora è come le cose tendano a trascinarsi nel tempo.

Domanda: Ci può parlare della evoluzione prossima di Linux?

Torvalds: Linux nasce dal lavoro centinaia di gruppi. Per gruppo si intende sia un'azienda che si prefigge determinate scadenze, sia un'equipe di ricercatori universatari che lavorano a un determinato progetto di ricerca. Tutte queste persone attuano delle modifiche, ma ovviamente non tutte sono inserite.
Si può vedere il tutto come una sorta di ecosistema, vale la legge darwiniana della soppravivenza del migliore.
Sebbene in ultima istanza ogni modifica passi per la mia supervisione il sistema adottato non è verticistico.

Domanda: Pensa che questo sistema funzioni così bene da poter giungere ad asserzioni definitive su esso?

Torvalds: Funziona bene proprio perchè non si possono fare asserzioni definitive. Posso dire di poterle fare riguardo lo sviluppo di Linux che io seguo, seguito anche da molte persone che credono in tale impostazione, ma molti seguono altre vie e "ramificazioni", sebbene siano una minoranza.
C'è quindi una continua ramificazione a partire da questo "tronco", ma c'è anche un continuo ritorno di tali ramificazioni al corso che costituisce lo sviluppo principale di Linux.
In questo ramificarsi esistono ovviamente rami "morti", che nessuno segue, si può comunque affermare che la maggior parte dei programmatori cerca di contribuire al mio "albero".

Domanda: Pensa che questo "caos controllato" possa competere con compagnie come la Microsoft?

Torvalds: Penso che il metodo di lavoro che noi adottiamo sia l'unico metodo per produrre software. Ho fondate aromentazioni a riguardo. La principale è il problema della complessità. E' davvero difficile per chi non segue questa metodologia tenere sotto controllo l'incremento della complessità.
Se si tenta di tenere eccessivamente sotto controllo i processi può capitare che si giunga subito all'obbiettivo, se si ha ben chiro l'obiettivo stesso, ma se non si può conoscere con precisione in che maniera la gente utilizza il tuo software, che appunto è l'obiettivo, il tutto può rivelarsi davvero controproducente.
La migliore analogia a riguardo è la diversità in biologia.
L'approccio degli sviluppatori di Linux è ramificarsi contemporanemante in diversi percorsi e strategie, forse non è il più efficente ma funziona molta bene nel far fronte alla complessità e al cambiare delle circostanze.
E' lo stesso tipo di strategia che troviamo in natura, fin quando le circostanze esterne non cambiano una determinata specie, come ad esempio gli squali, può rimanere immutata e stabile per milioni di anni, se però le circostanze cambiano la situazine può diventare problematica.

Domanda: Questo descrive Bill Gates!

Torvalds: E' sicuramente un'analogia interssante, ma la parola "squalo" non è proprio corretta. Potrei fare a riguardo un altro esempio: le tartarughe.
Le tartarughe sono geneticamente molto stabili ma hanno seri problemi d'adattamento. Quano sono apparsi gli esseri umani hanno avuto a che fare con una pericolosa minaccia, come il Dodo. La biodiversità è buona e penso sia buona anche nella tecnologia.
Se si considerano un bel po di cose stabili si troverà sempre un basso grado di biodiversità.
Si consideri l'ambito delle automobili. Il mercato statunitense era sonnolento, non c'era biodiversità, nessuna concorrenza tra specie diverse, poi ginusero i giapponesi, offrendo nuove soluzioni nel mercato. Fu proprio per questo che ci fu un boom nel mercato delle automobili, e le macchine divennero migliori.

Domanda: Se considera la battaglia della Microsoft nei confronti di Linux cosa pensa?

Torvalds: Non corrono nessun rischio. Penso stiano combattendo Linux in parte perchè li minaccia nella stessa maniera tramite la quale la Microsoft fa fuori i propri concorrenti.
Il Dos ebbe successo anzitutto perchè costava poco e la Microsoft ha sbaragliato la concorrenza proprio per questo.
Qualcuno ora ha cominciato a seguire la sua stessa strategia.
I rivenditori Unix commisero l'errore di sottovalutare pesantemente la Microsoft, dicevano "Si, siamo più cari ma siamo migliori e offriamo supporto tecnico".
Ora la Microsoft si trova ad affrontare un concorrente che la combatte con le stesse sue armi.

Domanda: Lei ha lasciato la Transmeta per la quale ha lavorato per sei anni. Si è ora unito al Open Source Developement Lab.
Ci può spiegare il perchè di tale scelta?

Torvalds: Le ragioni sono svariate. La prima è che durante gli ultimi sei mesi ero molto impegnato alla versione 2.6 di Linux. Stavamo per portarla a termine ma supponevo che sarebbero occorsi un altro paio di mesi per ultimarla del tutto. Non mi piace quando rilasciamo le versioni, sebbene occorra farlo, ogni volta che ciò avviene entro in uno stato di tensione.
La Transmeta è stata per me un'ottima esperienza ma sentivo l'esigenza di concentrarmi su Linux.
Qualcuno si chiederà del perchè non mi faccio pagare per il mio lavoro, infondo potrei accordarmi con un distributore Linux come la Red Hat, ma non sarei più neutrale.

Domanda: Le pianificazioni della Transmeta non sono andate come previsto. Questo ha influenzato la sua scelta di lasciarli?

Torvalds: Tutte le compagnie hanno questo tipo di problema. Comunque non saprei cosa rispondere a tale domanda se non il considerare che mi ha spinto la previsione di avere in futuro una situazione più stabile. Non ho più quei citati "problemi di tensione".
Inoltre il sogno della Transmeta ha dovuto piegarsi alle esigenze dei clienti e dei prodotti, per me, che mi interesso di "cose folli" il tutto si stava trasformando in qualcosa di davvero noioso. La Transmeta non era più ciò che era all'inzio: un posto speciale per la ricerca.

Domanda: Ha intenzione di concentrare il suo lavoro al fine di contrastare i monopoli?

Torvalds: (Ride) Non ho mai visto l'Intel come un monopolio. Ha dei concorrenti. Personalmente ho sempre considerato la posizione dell'Intel corretta.
Molti pensano che corra dietro le grandi compagnie, ma, come per la Transmeta, se fai qualcosa di rilevante e positivo ci sarà sempre qualcuno fuori ad aspettare.

Domanda: Trova qualche limite in Linux? Ha intenzione di seguire la Wind River o altre compagnie in qualche progetto software comune?

Torvalds: Questa è una domanda buona per le aziende tradizionali. Se sei un'azienda hai la necessità di seguire un determinato mercato. Ma il punto dell'open source è proprio il fatto che non c'è nessun mercato da seguire.
Si può dire che molte compagnie utilizzano Linux per seguire il loro mercato, ma Linux non ne segue alcuno.

Domanda: E' sorpreso del fatto che giganti come L'IBM abbiano scelto Linux?

Torvalds: Ho sempre pensato che L'IBM fosse interessata a Linux. Già nel 1998 e 99 tantissime persone al suo interno cominciarono a pressare per la sua adozione.
Non ne hanno mai parlato ma l'IBM ha sempre contemplato tale possibilità.
Io, come già ho detto, non mi sono mai interssato di "mercato", non mi sono neanche mai preoccupato le aziende utilizzavano Linux. E' stata per me una notizia divertente sapere che l'IBM aveva deciso di farlo lavorare assieme all' S390.
Pensai: Ok, qualcuno qui si è drogato un po' troppo.
Il tutto nacque infatti perchè le persone che diedero avvio al progetto trovavano divertente tale possibilità, e il connubio funziona davvero molto bene.

Domanda: Lei ha dichiaro la sua intenzione di raggiungere una "condizione neutrale". Si sente come una sorta di leader religioso? Che tipo di leadership è la sua?

Torvalds: Cerco di evitare il "fanatismo". Molte persone dell'ambito del free sofware non apprezzano il fatto che io sia poco religioso. Io cerco di essere pragmatico. La gente lo sa. Nello stesso tempo la gente crede molto in me, e io voglio che continui a farlo. Perciò voglio che qualsiasi cosa io faccio non possa neanche all lontana esser definita come negativa.
Ad esempio: lavorare per un distributore specifico di Linux potrebbe essere visto come qualcosa di negativo, si potrebbe infatti supporre che io voglia favorire una dsitribuzione piuttosto che un'altra.
Voglio esser sicuro di essere visto come imparziale.
Molte volte sono stato criticato dai singoli distributori ma nessuno mai mi ha potuto rinfacciare il fatto di favorire un concorrente.
Tutto questo è una mia scelta personale: presupposto necessario affinchè io possa fare le mie scelte serenamente, questo approccio mi da autorità, affidabilità, se lo cambiassi la mia parola e le mie scelte perderebbero tutto il loro valore.
Questa è l'unica autorità che io possiedo, non ho diritti legali, posso contare soltanto sulla mia reputazione.
Certo: sono il titolare del Copyright collettivo di Linux ma sulle licenze non ho nessun diritto.

Domanda: Che dire sulla possibilità di far soldi con Linux?

Torvalds: Io ho un ottimo stipendio. Accetto finanziamenti quando non ci sono interessi celati. In passato le aziende che utilizzavano Linux mi pagavano per ringraziarmi del mio lavoro. Non sono ricchissimo ma me la passo bene.

Domanda: Lei viene dalla Fillandia. Come se la passa nella Silicon Valley?

Torvalds: La amo. Ho una decapottabile, non mi sposterei mai in un luogo dove non posso guidarne una.
Molte volte però è triste sentir parlare solo di tecnologia, se vai in un qualsiasi ristorante della Silicon Valley senti parlare solo di questo.
Nello stesso tempo questo determina una maggiore possibilità di capirsi. Dico comunque che è troppo affollata e troppo cara.