2003
Sardegna: Pubblicità razzista della Conferenza Episcopale Italiana
Uno spot pubblicitario della CEI è razzista nei confronti dei sardi
Tutti abbiamo avuto modo di assistere, in quest'ultimo periodo, allo spot delle CEI per le donazioni alla Chiesa.
E' uno spot razzista e menzognero, trasmesso periodicamente su tutte le reti nazionali, sia pubbliche che private. (Quest'ultima distinzione è ormai puramente nominale)
In tale spot viene descritta una Sardegna come una "landa desolata", retrograda, arretrata, incapace di autonomia economica, incapace di progredire e vivere senza l'aiuto paternalistico derivato da donazioni ed elemosine.
Si fa parlare una nonnina sarda con un ridicolo accento (caricaturato) che elogia le prodezze del parroco del suo paesetto.
Si chiede infine di fare donazioni per aiutare appunto le "zone arretrate".

Sembra quindi di rivedere le più becere e ridicole parodie della Sardegna e dei Sardi alle quali spesso abbiamo modo di assistere.
Se nei casi suddetti il tutto può semplicemente infastidire in questo caso siamo di fronte a uno spot della Conferenza Episcopale Italiana, ovvero una delle "istituzioni" (non è un'istituzione statale e la definizione è quindi impropria) che si arroga il diritto (senza averne), di intervenire e interferire (tra l'altro) su cosa sia morale o immorale, giusto o ingiusto anche nell'ambito della pubblicità televisiva.

Trovo che il tutto sia lesivo per l'immagine della Sardegna e trovo vergognoso che sia stata permessa la realizzazione e la trasmissione di questo spot razzista ignorante becero e offensivo.

Non voglio aggiungere altro, rischierei di essere altrettanto becero (se non di più) sia nei confronti del pubblicitario sia nei confronti di qualche obeso ed effeminato tizio che lo ha commissionato.
Concludo, a scanso di equivoci, dichiarando tutto il mio rispetto sia per ogni parroco che compie la sua missione con convinzione e onestà sia per le diverse associazioni cattoliche che quotidianamente arrivano proprio dove dovrebbe arrivare lo stato.